o Ziziphus Jujuba noto anche come dattero cinese
Giuggiolo |
Famiglia: Rhamnaceae
Origine: Africa Settentrionale e Siria
in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni. I romani lo importarono per primi in Italia, e la chiamarono ziziphum, In Italia però fu però diffuso dai veneziani
L'albero può arrivare ad un'altezza che va dai 5 ai 12 metri, le foglie sono di un verde brillante.
Le radici vanno molto in profondità, fatto che lo rende resistente a calura e siccità anche in terreni detritici.
Se colto quando non ancora maturo (ossia quando presenta un colore verde uniforme), il frutto del giuggiolo, la giuggiola, ha un sapore simile a quello di una mela. Con il procedere della maturazione tuttavia, il colore si scurisce, la superficie si fa rugosa e il sapore diviene via via più dolce, fino ad assomigliare a quello di un dattero. Le giuggiole si consumano sia fresche, appena colte dall'albero, sia quando sono leggermente raggrinzite. C'è un solo nocciolo all'interno del frutto, simile a quello di un'oliva, che nella cucina persiana è noto come annab
A differenza di altre specie della stessa famiglia, è in grado di sopravvivere ad inverni freddi, con temperature fino a −15 °C. Non ha particolari esigenze di terreno.
La crescita della pianta è molto lenta per la formazione di cortissimi brachiblasti. La presenza di alberi di mole significativa, e quindi molto vecchi, in seguito allo sconvolgimento agrario del secolo scorso, è alquanto rara; si trovano spesso solo presso vecchie case coloniche, o cascinali abbandonati, su suolo povero ma non disturbato.
I semi della pianta sono molto restii a germogliare a causa dell'endocarpo molto duro e robusto, un modo semplice per aggirare il problema è il taglio della punta del seme con delle forbici da potatura per agevolare l'ingresso dell'umidità all'interno del seme.
Frequentemente la pianta è propagata più facilmente per mezzo dei numerosi polloni radicali che produce in abbondanza.
È pianta mellifera molto visitata dalle api[5] e se ne può ottenere un miele.
Pare che per gli antichi Romani il giuggiolo fosse il simbolo del silenzio, e come tale adornasse i templi della dea Prudenza
Secondo gli scritti di Erodoto, le giuggiole potevano essere usate, dopo aver fermentato, per produrre un vino, le cui più antiche preparazioni risalgono a Egizi e Fenici.
le giuggiole sono utilizzate per realizzare ottime confetture, sciroppi, e il famoso brodo di giuggiole, un antico liquore. I frutti del giuggiolo hanno un blando effetto lassativo.
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