Arburus Unedo o Corbezzolo
dal latino volgare *corbitjus arbutus' e 'unedo' , deriva da Plinio il Vecchio sosteneva che esso fosse insipido e che quindi dopo averne mangiato uno (unum = uno e edo = mangio) non veniva voglia di mangiarne più
Corbezzolo |
Origine: Mediterraneo occidentale
Famiglia: Ericaceae
Il corbezzolo (Arbutus unedo L., 1753), chiamato anche albatro, è un cespuglio o un piccolo albero appartenente alla famiglia delle Ericaceae, diffuso nei paesi del Mediterraneo occidentale e sulle coste meridionali dell'Irlanda.
Può raggiungere un'altezza compresa tra 1 e 8 metri
Usi:
La fioritura avviene in ottobre-novembre e sono ricchi di nettare, e per questo motivo intensamente visitati dalle api, se il clima non è già diventato troppo freddo. Dai fiori di corbezzolo si ricava dunque l'ultimo miele della stagione, pregiato per il suo sapore particolare, amarognolo e aromatico. Questo miele è prezioso anche perché non sempre le api sono ancora attive al momento della fioritura, e dunque non in tutti gli anni è possibile produrlo.
Il legno di corbezzolo è un ottimo combustibile per il riscaldamento casalingo utilizzato su camini e stufe, ma il suo utilizzo maggiore è per gli arrosti grazie alle sue caratteristiche aromatiche. Il corbezzolo è un legno molto robusto e pesante; dopo circa 60 gg dal taglio può perdere fino al 40% del suo peso.
La corteccia contiene tannini utilizzati industrialmente, per la produzione di coloranti e per la concia delle pelli.
Proprietà: le foglie contengono svariati derivati fenolici, come l’arbutina o la monotropeina, il geniposide e altri. Tutti con proprietà antisettiche, antinfiammatorie, depurative.
Le foglie migliori sono quelle dei rami più giovani, le quali, soprattutto d’estate, raggiungono il massimo delle proprietà balsamiche.
Utilizzato anche in erboristeria e in cosmetica, le sue proprietà terapeutiche vanno dall’astringente all’antidiarroico, dall’antinfiammatorio per il fegato, le vie urinarie e la bile, antispasmodico per l’apparato digerente, all’antisettico e diuretico.
Il decotto può essere fatto anche con le radici, ed è assai utile anche come tonico per la pelle, grazie al suo potere antinfiammatorio e astringente.
Le foglie migliori sono quelle dei rami più giovani, le quali, soprattutto d’estate, raggiungono il massimo delle proprietà balsamiche.
Utilizzato anche in erboristeria e in cosmetica, le sue proprietà terapeutiche vanno dall’astringente all’antidiarroico, dall’antinfiammatorio per il fegato, le vie urinarie e la bile, antispasmodico per l’apparato digerente, all’antisettico e diuretico.
Il decotto può essere fatto anche con le radici, ed è assai utile anche come tonico per la pelle, grazie al suo potere antinfiammatorio e astringente.
Dai frutti, foglie e fiori si estraggono principi attivi con proprietà astringenti, antisettiche, antinfiammatorie, antireumatiche.
I frutti hanno effetto antidiarroico. Essi contengono però un alcaloide che può causare, in persone particolarmente sensibili a esso, inconvenienti di solito non gravi. Tali effetti erano noti agli antichi che ne consigliano un uso moderato, il nome deriva infatti dalla contrazione di unum edo, ossia ne mangio uno solo
I frutti hanno effetto antidiarroico. Essi contengono però un alcaloide che può causare, in persone particolarmente sensibili a esso, inconvenienti di solito non gravi. Tali effetti erano noti agli antichi che ne consigliano un uso moderato, il nome deriva infatti dalla contrazione di unum edo, ossia ne mangio uno solo
Curiosità:
Il poeta Giovanni Pascoli dedicò al corbezzolo una poesia. Infatti nel Risorgimento il corbezzolo, proprio a causa dei colori che assume in autunno, uguali a quelli della bandiera nazionale, era considerato un simbolo del Tricolore
« O verde albero italico, il tuo maggio
è nella bruma: s'anche tutto muora,
tu il giovanile gonfalon selvaggio
spieghi alla bora »
Il poeta latino Ovidio parla del corbezzolo descrivendo la vita nell'età dell'Oro
Dal nome greco del corbezzolo (κόμαρος - pron. kòmaros) deriva anche il nome del Monte Cònero[5], promontorio sulle cui pendici settentrionali sorge la città di Ancona, e la cui vegetazione è appunto ricca di piante di corbezzolo
Un ramo di corbezzolo con due frutti è rappresentato nello stemma della Provincia di Ancona.
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