Agave

A. Americana variegata


dal greco ἀγαυός, "illustre", "nobile"

Origine: America centrale 
Famiglia: Agavaceae

Le piante di agave sono molto longeve, perenni e raggiungono dimensioni notevoli: anche due metri di altezza. 
Hanno bisogno di molti anni prima di raggiungere la piena maturità: secondo la specie, possono essere 3, 5 o addirittura 50 anni. Una volta raggiunta, però, ogni pianta fa sbocciare un unico, spettacolare fiore – dopodiché perde progressivamente il suo vigore e muore. 
Anche per questo il fiore dell’agave è detto “fiore della morte”. 
Si tratta di un’infiorescenza multipla e può essere alto fino a cinque metri; per la sua imponenza e la particolare forma, può assomigliare ad un piccolo alberello.

Agave attenuata


Agave Desertii
L'introduzione in Europa delle prime agavi avvenne dopo la conquista del Messico (1521-25); prime tracce se ne hanno intorno alla metà del XVI secolo. Le prime agavi note ai botanici furono denominate Aloe americana per la grande somiglianza con l’aloe, originaria dell'Africa. 
La prima specie nota agli occidentali (A. indagatorum Trel.) fu scoperta da Cristoforo Colombo nell'isola Guanahani nelle Bahamas

Uso: 
  • Dalle agavi si ricavano da vari secoli bevande come l'aguamiel (bevuta fresca) e il pulque, ottenuto dalla fermentazione del precedente. Dopo l'occupazione europea del centroamerica fu introdotto il processo della distillazione, ignoto ai nativi, che permise di ottenere distillati oggi famosi come il mescal e la tequila (dall'Agave blu) 
  • Gli indiani realizzavano impacchi con la polpa di alcune specie per pruriti, ferite, piaghe o contusioni.
  • Diverse agavi erano impiegate dagli indiani Tarahumara come veleno per i pesci; il succo dell'A. lechuguilla era usato per avvelenare punte di frecce.
  • Le foglie di diverse specie, o il loro succo, era utilizzato fino agli anni '90 in Messico come sapone (A. difformis, A. lechuguilla, A. toumeyana, A. vilmoriniana, A. schottii, ...); porzioni di foglie di A. vilmoriniana con parte delle fibre lasciate scoperte venivano vendute nei mercati come spazzole insaponate.
  • Dalle sapogenine presenti in varie quantità in numerose specie sono stati prodotti estrogeni e cortisone, soprattutto dall'A. sisalana
  • L'interno delle foglie in alcune specie (soprattutto registrato in A. americana) contiene sostanze che a contatto con la pelle possono causare dermatiti;, per quanto il fatto non sia molto diffuso se non accidentalmente. L'irritazione, causata da rafidi di ossalato di calcio, può essere amplificata dal taglio con l'uso di strumenti che causano la proiezione di frammenti. Irritazioni simili sono state registrate nelle piantagioni di A. tequilana. Le foglie secche possono essere maneggiate senza nessun effetto


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